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Un percorso meraviglioso dove fare trekking in Umbria è alle porte di Spoleto.

E’ il cammino chiamato il Giro dei Condotti.

Si tratta di una passeggiata che si può affrontare a piedi, oppure salendo in sella a una mountain bike, a una e-bike, o anche, per i più appassionati, a una gravel.

Non solo trekking con scorci bellissimi e panorami mozzafiato. Affrontare il Giro dei Condotti, infatti, ci permette di fare un tuffo nel passato.

In un tempo, infatti, in cui questo versante della collina era la porta di accesso verso zone più eremitiche.

Il circuito

Per il primo tratto, il circuito è quasi interamente pianeggiante.

Fronteggia il colle S. Elia, la Rocca Albornoziana e il Ponte delle Torri (che è il punto di partenza) lasciando scoprire uno tra i più bei panorami sulla città, tra eriche, ginepri, elci, bosso, timo, felci, rovi, lentischi, corbezzoli, ciclamini e rose selvatiche.

Poi, superato il vecchio monastero di Santa Maria inter Angelos scende a valle. Una discesa impegnativa vi porterà alla stupenda Basilica di San Salvatore (patrimonio Unesco).

Per gli amanti del trekking in Umbria segnaliamo il tempo di percorrenza: meno di due ore di camminata.

“Ponte Sanguineto”

“Santa Maria inter Angelos”

Luoghi di interesse

In questo lasso di tempo potrete vedere:

San Leonardo

Nel primo tratto del percorso si può vedere dall’alto l’Eremo di San Leonardo. Questo fu costruito in un anfratto dello sperone roccioso con un’ampia grotta eremitica. E la sua presenza è ricordata negli Statuti del 1296.
Tra l’altro costituiva il limite settentrionale dell’insediamento eremitico del Monteluco.

Santa Elisabetta
A metà del sentiero una diramazione a sinistra consente di arrivare all’ex chiesa di S. Elisabetta e il piccolo monastero (XIII sec.). Un tempo era utilizzato come casa colonica, mentre ora è in rovina.

Ponte Sanguineto
Deve il suo nome all’albero da frutto il corniolo che a Spoleto è chiamato ‘sanguinella’ o “sanguinetta”. È lungo 27,80 metri ad unico arco ribassato. I sostegni poggiano sulle pareti della gola del fosso della Valcieca.

Santa Maria inter Angelos, detto anche delle Palazze.
Edifici duecenteschi già abitati da monache clarisse, con alcuni affreschi (ora asportati) della fine del ‘200, opera di un pittore umbro detto appunto Maestro delle Palazze. Oggi ristrutturato come agriturismo.

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