D’impianto romanico, fu costruita dai benedettini intorno al secolo XI in onore di San Cipriano. Fu restaurata nel 1300 da mastro Giovanni da Prato su ordine del cardinale e vescovo di Spoleto Niccolò Alberti da Prato. Nell’anno 1600, a causa della dipendenza alla parrocchia di Santa Maria voluta dai parrocchiani e dal cardinale Visconti, fu abbandonata.
Fu parzialmente demolita nel 1826, per vendere il materiale da destinare alla costruzione della casa parrocchiale, a condizione di lasciare i muri perimetrali in piedi per un’altezza di “dodici palmi romani da terra”. Divenne per un breve periodo cimitero del paese, tanto che fino a qualche tempo fa il sito era chiamato il “Camposanto Vecchio”.
Oggi rimane in vista il perimetro e l’abside che fino ad alcuni decenni fa conservava affreschi del XV secolo oggi quasi completamente perduti. I dipinti del catino raffiguravano Cristo fra la Madonna, San Giovanni Evangelista, San Cipriano e San Giustino. Nel tamburo il Crocifisso tra la Vergine e San Giovanni Evangelista. Ai lati della chiesa erano degli edifici sede di una piccola comunità.