Nel 1215 i benedettini donarono questo luogo a San Francesco affinché si “carcerasse” (dal latino “Carceres”) nella preghiera in un luogo solitario, isolato e appartato.
800 anni dopo questo è ancora uno dei simboli del francescanesimo, sviluppatosi attorno alla grotta di San Francesco e alla Cappellina di Santa Maria.
Ampliato nel corso dei secoli, grazie soprattutto al movimento dell’Osservanza di Fra’ Paoluccio Trinci e S. Bernardino da Siena nel 1400, oggi l’Eremo delle Carceri si trova all’interno di una lecceta chiusa da mura di cinta.
La struttura è il risultato di ampliamenti di edilizia povera e il convento accoglie quanti vogliano godere della preghiera. L’eremo è circondato da grotte e da piccole cappelle dove i pellegrini possono ritirarsi ancora oggi in contemplazione.
il leccio della predica degli uccelli
La tradizione vuole che il leccio secolare, davanti alla grotta di San Francesco, sia quello dove si pensa ebbe luogo la predica agli uccelli. Nessuna fonte storica però ci viene in soccorso. Tanto che, attraverso un cartello, si è dovuto specificare che si tratta solo di un albero che risale ai tempi del Santo.
Il Tau francescano
Proprio sotto la grotta di Fra Leone, proseguendo ai piedi per una gradina- ta naturale, è possibile scorgere l’altare del Tau. Il Tau è l’ultima lettera dell’alfabeto ebraico e nel libro del profeta Ezechiele (Ez 9,3 segg ) appare come segno di salvezza posto sulla fronte di coloro che si sono salvati.
Proprio per il suo scoprirsi salvato e portatore della salvezza di Cristo e a motivo della forma che ricorda la croce di Cristo, san Francesco la scelse come sua firma, dipingendola sempre all’interno della sua cella.
Da non perdere
Il fosso delle Carceri, torrente fossile
Si narra che il dirupo che si trova nei pressi del monastero sia in realtà il letto di un torrente fossile le cui acque furono prosciugate da San Francesco poiché disturbavano la sua meditazione e quella dei suoi discepoli. La tradizione vuole che la presenza dell’acqua nell’alveo del torrente sia presagio di sventure.
Il buco di San Rufino
Uscendo dalla grotta di San Francesco è visibile un buco nel pavimento da dove si può intravedere il fondo del burrone. Si racconta che questo sia stato provocato dal demonio, sprofondato nell’abisso quando fu scacciato da San Rufino.
Il pozzo
Nel mezzo del chiostro è presente un pozzo nel punto in cui San Francesco fece sgorgare miracolosamente acqua per i suoi fratelli.