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Il Bosco di San Francesco

Il Bosco di San Francesco

Sono circa 60 ettari ove il Fai ha realizzato una grande opera di restauro paesaggistico che ha interessato il restauro della viabilità antica, dei ponti medievali sul Tescio, il risanamento della vegetazione boschiva dei campi e del complesso benedettino femminile di santa Croce.

Inaugurato il 27 maggio 2010 dopo due anni di lavoro.

Varcata la porta di accesso, accolti in un ufficio informazioni, si scende per un sentiero che attraversa la Selva di San Francesco dove alcuni cartelli ricordano il rapporto contemplativo nel rispetto della natura della parabola francescana. Proseguendo il cammino, ispirato dalle presenze dei principi benedettini presenti nel bosco, il percorso entra nel bosco ad alto fusto.

Campana della Pace

Nella prima parte del percorso è il monumento dedicato alle quattro religioni mondiali buddisti, cristiani, islam, ebrei con la Campana della Pace.

Più in basso le Statue di proprietà dei Frati Minori Conventuali, opere che si ispirano al tema della pace e del rispetto degli esseri umani. Lungo il percorso alcuni cartelli rimandano al pensiero di Francesco e al suo rapporto contemplativo fra la natura e l’uomo.

Francesco il rivoluzionario

Francesco fu il primo a chiamare “fratello” e “sorella” gli elementi della natura in quanto parti di unico mondo creato da Dio. Una visione rivoluzionaria per un’epoca in cui ciò che era fuori delle mura della città era considerato ostile. In questo nuovo rapporto dell’uomo con la natura, non dominatore ma parte integrante del sistema, ai frati era vietato abbattere alberi affinché potesse generare nuovi germogli.

I confini dell’orto erano lasciati incolti per poter far crescere le erbe spontanee affinché il Creato potesse esprimersi in tutte le sue forme. Fra le fronde compare il dolce paesaggio collinare umbro caratterizzato dalla divisione dei campi con policolture arboree.

Verso Valle

Continuando a scendere si attraversa il muraglione trecentesco costruito tra il 1260 e il 1316 quale ampliamento delle mura della città che includeva il sacro Convento nella cerchia muraria della città.

Varcata la porta si entra all’interno di un bosco ceduo il cui termine deriva dal latino caedo che significa taglio, termine per definire la coltivazione di un bosco con il taglio ventennale degli alberi ( carpino nero e roverella) che hanno la capacità di generare fusti secondari “ polloni” anche dopo il taglio.

Quasi in fondo alla discesa sulla sinistra è il Ponte dei Galli sul torrente Tescio, vicino ad uno dei più antichi mulini di assisi detto il Molinaccio o molino di Pianetto oggi ristrutturato in abitazione.

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