Un oliveto unico al mondo con area di 90 x 35 metri accanto al Bosco di San Francesco. Un disegno a tre cerchi che ricorda il simbolo dell’infinito è costituito da un doppio filare di olivi 160 con al centro un’asta di acciaio a significare l’unione tra il Cielo e acqua che si trova nel sottosuolo.
Il Terzo Paradiso, nelle intenzioni dell’artista, è la fusione tra il paradiso in cui la vita sulla Terra è totalmente regolata dalla natura e un secondo paradiso, creato dall’uomo e basato su bisogni, prodotti, piaceri e comodità artificiali.
Il Terzo Paradiso è la sintesi tra questi due mondi, ovvero la possibilità di restituire vita alla Terra attraverso quegli strumenti – come la scienza, la tecnologia, l’arte e la cultura – che caratterizzano la nostra vita interiore. Un’occasione unica per diventare consapevoli del ruolo che ognuno di noi può e deve svolgere nel contribuire a creare un mondo nuovo.
San Francesco e il suo bosco
Per accedere al Terzo paradiso del Pistoletto si deve entrare nel Bosco di San Francesco.
Si tratta di circa 60 ettari ove il Fai ha realizzato una grande opera di restauro paesaggistico che ha interessato il restauro della viabilità antica, dei ponti medievali sul Tescio, il risanamento della vegetazione boschiva dei campi e del complesso benedettino femminile di santa Croce.
Inaugurato il 27 maggio 2010 dopo due anni di lavoro.
Varcata la porta di accesso, accolti in un ufficio informazioni, si scende per un sentiero che attraversa la Selva di San Francesco dove alcuni cartelli ricordano il rapporto contemplativo nel rispetto della natura della parabola francescana. Proseguendo il cammino, ispirato dalle presenze dei principi benedettini presenti nel bosco, il percorso entra nel bosco ad alto fusto.
San Francesco, il rivoluzionario
San Francesco fu il primo a chiamare “fratello” e “sorella” gli elementi della natura in quanto parti di unico mondo creato da Dio. Una visione rivoluzionaria per un’epoca in cui ciò che era fuori delle mura della città era considerato ostile.
In questo nuovo rapporto dell’uomo con la natura, non dominatore ma parte integrante del sistema, ai frati era vietato abbattere alberi affinché potesse generare nuovi germogli.
I confini dell’orto erano lasciati incolti per poter far crescere le erbe spontanee affinché il Creato potesse esprimersi in tutte le sue forme.
Fra le fronde compare il dolce paesaggio collinare umbro caratterizzato dalla divisione dei campi con policolture arboree.
Il Bosco di San Francesco è visitabile in ogni periodo dell’anno. Per farlo basta prenotarsi attraverso il sito di Fondo per l’Ambiente oppure prenotare un soggiorno attraverso una delle nostre offerte .