A ridosso del Tempio di Minerva sorge l’altissima Torre del Popolo (47 m.). Fu costruita per la magistratura del Capitano del Popolo, della quale si ha notizia ad Assisi l’anno 1267.
L’edificio era in parte ultimato nel 1274, data un tempo leggibile su una campana, e ospitava la famiglia del Capitano, come risulta per l’anno 1279.
Una iscrizione posta alla base della torre documenta che la costruzione fu portata a termine l’anno 1305, al tempo del Capitano Cabrino da Parma. Nella ricorrenza del VII centenario della morte di San Francesco (1926) fu realizzato il coronamento con merli ghibellini della sommità.
Lo scudo e il motto
Nel 1524 il lapicida Massimo di Pietro ne scolpì il portale in pietra, su disegno del pittore Cecco di Bernardino (Assisi doc. 1511-1547). Sulla chiave dell’arco è uno scudo in pietra con gli strumenti di lavoro dei notai: libro chiuso con penna e calamaio. Sull’architrave è scolpito il motto dell’Arte: Unica mundi fides. Lo stemma e le iniziali visibili sullo stipite destro sono quelle del notaio Francesco Bovi.
La sala dell'udienza
Nel secondo decennio del Cinquecento la sala a pianterreno della torre fu arredata per l’Arte dei Notai con un tribunale a spalliera, ornato da candelabre e da tarsie con lettere antiche e figure, secondo il modello presentato il 7 novembre 1515 da Lorenzo di Paolo, mastro lignaiolo fiorentino residente in Assisi. L’arredo ligneo è andato perduto. Si è invece conservato un malconcio affresco risalente ai decenni finali del XVI secolo, che raffigura l’Assunzione in cielo della Vergine alla presenza dei santi patroni Giovanni Evangelista e Rufino, Chiara e Francesco. Da qui si accede a un cortile che conduce al retro del Tempio di Minerva.
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HEC.TURRIS.SPLE /TA. FINT.TPR.NOBIL / MILITIS.DNI.CARINI / DE. BURGO. DE. PLAMA . CAPIT .POPULI . ASISI . M.C. / CCLII INDICTIONE III.
Nel 1349 il Capitano del Popolo Angelo di Latero da Perugia fece murare alla base della Torre una lapide in pietra rossa del Subasio, con le misure e lo spessore dei laterizi confezionati ad Assisi – mattoni, pianelle, quadrelli e coppi – più tre verghette di ferro con la lunghezza della canna, del passetto e del palmo, seguiti per i panni di lana, di seta e di lino. Lo Statuto comunale del 1469 prescriveva l’uso di questi modelli applicati alla base della torre, così come disciplinava tempi e luoghi nell’esercizio delle professioni artigiane e nella vendita delle merci, in ragione degli odori e dei rumori.